Pavullo Nel Frignano Puns

Incuriosito da un thread apparso un paio di settimane fa relativamente all'uso dei guanti monouso nei reparti ortofrutta della GDO, soprattutto nel dibattito tra chi ritiene che sia un obbligo di legge e chi no, ho inviato ad alcune importanti catene della GDO una richiesta di chiarimenti:

==== LA MIA MAIL ====

Gentile GDO

sono a scrivervi perché vorrei avere da Voi alcuni chiarimenti in merito all'uso dei guanti monouso per la frutta e la verdura.

Vorrei capire se tali ausili sono un obbligo di legge (e vi pregherei di citarmi gli estremi) oppure una scelta politica della vs azienda. In questo caso, potrei avere qualche motivazione sulla scelta?

Cordiali saluti
====

Mi han risposto (al momento) in 3 e queste sono le loro risposte

==== GDO A ====

Gentile Sig. XXXX,

La ringraziamo per la fiducia dimostrataci rivolgendosi a noi per gli acquisti e per averci scritto dandoci la possibilità di fornirle i chiarimenti del caso.

Comprendiamo la sua osservazione e condividiamo la sua sensibilità circa la tutela ambientale. Consapevoli che questa passi anche attraverso l’utilizzo dei dispositivi usa e getta da lei citati, in particolare per la quantità di cui se ne fa uso quotidianamente, abbiamo optato con ampio anticipo rispetto alla normativa per l’uso di materiali compostabili.

In linea con la scelta di impiegarli laddove strettamente necessario, diamo indicazioni, presso i nostri reparti, di non utilizzare guanti se non nel caso di svolgimento di attività particolari. Chiaramente tutto il nostro personale è adeguatamente formato circa le buone pratiche e le norme igieniche da seguire ed è attraverso un puntuale addestramento degli addetti che garantiamo massima qualità e sicurezza ai nostri soci e clienti. Per lo stesso motivo, non potendo avere pari garanzie da parte dei clienti, la nostra valutazione del rischio ha suggerito la protezione del prodotto attraverso i guanti che i clienti sono invitati ad utilizzare in fase di acquisto.

Nella speranza aver chiarito le nostre scelte, la ringraziamo ancora per il tempo dedicatoci e le inviamo i nostri più cordiali saluti.

Ufficio comunicazione

===== GDO B ====

Gent.mo Sig. XXXXX,

desideriamo innanzitutto ringraziarLa per averci contattato.

*Informiamo che come previsto dal Reg. (CE) N. 852/2004, in materia di igiene dei prodotti alimentari, tutti gli Operatori del Settore Alimentare devono operare in modo tale da garantir

Come da titolo, cosa pensate del nostro sistema socioeconomico attuale, vorreste dei cambiamenti o alla fine va bene così?

Non vorrei spostare la discussione sulla questione del se il capitalismo è stato utile o meno in passato o se ha portato ad un miglioramento della vita in generale, ma vorrei concentrarmi sullo stato attuale e futuro.

E' ancora un sistema valido?

Sono curioso di sapere la vostra opinione.

EDIT: Come potete vedere dai commenti per me non lo è.

EDIT2: Va bene, non rispondo più perché è stato intenso. Spero comunque che sia stato un minimo utile. A mio avviso è importante anche solo parlarne. Ringrazio tutti quelli che hanno commentato. Buona serata!

EDIT3: Riprendo con alcune risposte.

Sono molto tentato dal portare questro thread, ma ieri, essendomi venuto a trovare un cugino di mio padre per i consueti auguri, ci ha raccontato che negli anni '90 era vicino di casa di Paolo Leoni (ex Bestia di Satana) e che al piano sotto il suo abitava Chiara Marino, una delle vittime.

Sono leggermente caduto dal pero, perché questo cugino abita in un quartiere a nemmeno 500 mt da qui e questa storia mi é nuova.

Tra l'altro mi disse che il padre di Sapone aveva gia una nomea da 'satanista' tanto che tutti lo chiamavano Ozzy, e che nella seconda metà dei '90 continuavano a trovare resti di gatti e altri piccoli animaletti nel parco sotto casa loro.

Dopo questa piccola fun fact, lascio le vostre testimoninze.

Sono in Italia da pochi anni. Da qualche mese, lavoro in una nota azienda informatica, mentre proseguo i miei studi.

Non sono uno di quegli stranieri integrati nella società che possono passare per italiani. Se vedi i miei capelli e la mia carnagione scura, sai subito che non sono di qua. Passati più di dieci minuti di conversazione con me, ti accorgi subito che non mastico perfettamente la lingua. Il mio nome non è esattamente “Andrea.”

Entrando nel mondo del lavoro, non sapevo cosa aspettarmi. La mia esperienza da universitario, nel complesso, è stata positiva. Ma sapevo che le dinamiche di questo nuovo mondo erano ben diverse. Il mio unico obiettivo era sopravvivere.

È successo esattamente il contrario di quello che mi aspettavo. Mi sono trovato subito bene con il mio team. E anche le persone di mezza età, da cui sono abituato a ricevere una buona dose di razzismo camuffato, sono stati piuttosto accoglienti e rispettosi nei miei confronti.

Oggi, ho dei buoni rapporti con tante persone del mio team. Spesso pronunciano il mio nome (non italiano) con naturalezza che assomiglia alla mia lingua madre, cosa che mi stupisce e fa piacere allo stesso tempo.

Non sono sicuro che essere contenti di essere rispettati sia in generale un buon segno. L’Italia rimane un paese razzista, ma per fortuna il mio team non lo è, e ne sono grato, e so che è assurdo esserlo per un diritto banale del genere.

I miei sono: -Kirby e la terra perduta -Mario+Rabbids Sparks of Hope

Premessa: faccio parte di un'associazione culturale non profit che si occupa di didattica. Organizziamo corsi di cinema, sceneggiatura, musica, teatro e scrittura. Da quando c'è il Covid abbiamo chiuso la sede, ma per fortuna buona parte dei corsi è rimasta in piedi online e siamo riusciti a tenere quasi l'80% degli iscritti.

Abbiamo organizzato le attività online in maniera semplice: pagina Facebook, sito internet con la lista dei corsi e iscrizione tramite Form Google. Le attività si sono svolte principalmente su Zoom, talvolta su altre piattaforme come Jitsi Meet.

Chiaramente questa modalità è stata nuova per noi, ma nonostante i limiti del mezzo l'online ci ha dato la possibilità di conoscere persone da tutta Italia.

In questi giorni abbiamo deciso di non ripartire in presenza a causa dei contagi, e di provare a consolidare l'online. Abbiamo già sperimentato strategie di social media marketing ma, soprattutto su Facebook, ci siamo scontrati con l'algoritmo infame che ci dà meno visibilità quanto più cresciamo, e poi ci chiede i soldi per raggiungere i nostri stessi follower.

Stavamo pensando ad una modalità nuova in cui invece di portare avanti il classico format in cui le classi sono aperte solo agli iscritti, potremmo invece registrare dei video dei nostri corsi e proporli gratuitamente a tutti su YouTube. L'interazione, che per noi rimane fondamentale, la potremmo fare in altri video "live" in cui, ad esempio, condividiamo gli esercizi proposti nelle videolezioni.

Quello che ci chiediamo nel 2022 è se abbia senso aprirci un canale YouTube, considerato che nessuno di noi ha esperienza con il mezzo. Siamo abituati ad avere classi di 10-20 persone, in presenza, e sappiamo bene che ogni mezzo ha i suoi tempi, i suoi ritmi, le sue regole. Oltretutto non possediamo attrezzatura professionale, non abbiamo esperienza di video editing, e le migliori inquadrature che potremmo avere son le nostre librerie (o un bellissimo green screen).

Da una parte, ci piacerebbe aprirci ai social e sperimentare una modalità nuova di proporre i nostri corsi, dall'altra abbiamo il timore che buttarci in un medium che non conosciamo potrebbe farci perdere partecipanti invece che farne di nuovi. Non è una cosa che prendiamo a cuor leggero perché chiaramente se decidiamo di registrare contenuti video dobbiamo riscrivere le nostre lezioni pensandole per il mezzo "nuovo", sarebbe impossibile in termini di tempo portare avanti entrambe le modalità.

Cosa ci consigliate?

(Qual

https://ilmanifesto.it/globalizzazione-e-ipocrisie-ventanni-di-cina-nel-wto/ M